Lui & Lei
Mi piacciono le parole
di lus68
11.04.2013 |
7.080 |
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"E’ per te un amplificatore di piacere, ti fa bagnare la fica ancora di più, facendo sgorgare dal tuo sesso una quantità di liquidi tale da riempirmi..."
Adoro le parole. Sono stregato dalla loro potenza evocativa, dalla loro versatilità, dalla loro mutevolezza.
Troia, ad esempio: detta con tono rabbioso è un’offesa; sussurrata lascivamente all’orecchio, mentre stringo il tuo clitoride gonfio e viscido di umori tra le mie dita, è quasi una dichiarazione d’amore. E anche tu ne subisci il fascino perverso. e’ per te un amplificatore di piacere, ti fa bagnare la fica ancora di più, facendo sgorgare dal tuo sesso una quantità di liquidi tale da riempirmi letteralmente la mano.
Mi piace allora premere forte il palmo sul tuo monte di Venere, strofinarlo forte e lentamente lungo tutta la fessura delle tue labbra più intime, così da impregnarlo bene per poi porgertelo alla bocca, alla distanza della massima estensione della tua lingua, in maniera da fartela protendere oscenamente per farti assaggiare il sapore della tua eccitazione.
Ti presti volentieri al gioco, ti piace. Allora ti ripeto “Troia… brava!”. La tua risposta però non è un’altra parola, è un sospiro lungo, liberatorio che esce dalla tua gola quando ti infilo due dita in fica e uno nel culo, deciso, improvviso ma nello stesso tempo delicatamente. Delicatezza che non è necessaria, tanto sei lubrificata che anche dietro riesco a penetrarti scivolando agevolmente, ma che serve a farti assaporare ogni millimetro della mia mano che entra in te. Agevoli l’operazione alzando le gambe, avvicinando le ginocchia al petto per offrirti oscenamente, per poter stingere le cosce in modo da sentire ancora meglio lo scorrere delle mie dita dentro di te, per aumentare l’intensità delle scosse di piacere che ricevi dal mio movimento.
“…che puttana che sei, quanto ti piace farti riempire? Ho il cazzo durissimo, voglio spaccarti il culo, sai?” Puttana, cazzo, culo… non sono sostantivi, sono presagi, inviti, desideri, piacere. Sesso.
Non mi rispondi, non puoi: guaisci solo come una cagna in calore (eccone altre due, cagna e calore…) mentre bendata non puoi far altro che risucchiare il mio cazzo che spinge sulle tue labbra, che comincia a scoparti in gola, Non lo vedevi, non lo vedi, ma appena il suo odore ti ha invaso le narici ti sei protesa spontaneamente verso la cappella per baciarlo, leccarlo succhiarlo… Mi diverto a trattenerti per i capelli, a sottrarlo alla tua bocca famelica, vogliosa. Te lo sbatto sulle guance, sulle labbra. Te lo strofino sul viso, lucido di saliva e di voglia.
Estraggo violentemente le mie dita dai tuoi buchi, interrompendo il forsennato andirivieni che li ha dilatati un po’, preparati alla penetrazione che sai sta arrivando. Allora ti rovesci sulla pancia, ti afferro per i fianchi e li tiro su. Struscio la mia cappella sulla tua fica, premendo un po’ che quasi ci entra, ma continuo per passarla sul buchetto… ripeto il gioco due, tre, quattro volte, premendo sempre un po’ di più in corrispondenza delle porte del piacere: ti piace, lo so, lo sento, me lo fai sentire.
“Se solo ti potessi vedere: sei proprio una gran vacca da monta!” “E allora montami, spaccami, non resisto più, tipregotipregotiprego…” Sono io che subisco le parole ora, che ne godo l’effetto diretto su di me. E ti accontento, mi accontento. Te lo schiaffo nel culo, forte. Non pensavi lo facessi subito, credevi ti scopassi prima in fica, ma la sorpesa aumenta il piacere. Spingi le tue natiche contro il mio bacino, ti entro tutto, fino a farti sentire le palle che sbattono sulle tue cosce. E sbattono ancora, ancora, ancora, spinte con forza, con furia. La stessa forza che senti nel mio cazzo che comincia a pulsare, ad aumentare la frequenza dell’inculata.
Immagini che sto per venire e godi, improvvisamente sopraffatta dall’orgasmo. Urli.
Non hai ancora ripreso fatto che urli ancora: “Riempimi! Riempi la tua vacca!!!”. Subisco ancora il potere delle parole: vengo. Tre, quattro, cinque schizzi, lunghissimi. Li sento uscire, ne percepisco il percorso dai testicoli fino alla punta della cappella, da dove partono per inondarti il culo.
Cado su di te, ansimante. “Che meraviglia…” “Si…si”
Adoro queste parole.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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